ANTIFONA D’INGRESSO
Dopo il battesimo di Gesù si aprirono i cieli,
e come colomba
lo Spirito di Dio si fermò su di lui,
e la voce del Padre disse:
“Questo è il Figlio mio prediletto,
nel quale mi sono compiaciuto”.
VANGELO
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Parola del Signore
RIFLESSIONE
“Tu sei il mio figlio bene-amato, nel quale mi sono compiaciuto” .”Prediletto”, traduce la nostra Bibbia, ma preferisco il più letterale “bene-amato” che soggiace al termine greco originale. Gesù – quindi – è anzitutto “bene-amato” e in lui Dio si “compiace”. Tutti noi veniamo educati a meritarci di essere amati, a compiere dei gesti che ci rendono meritevoli dell’affetto altrui; sin da piccoli siamo educati ad essere buoni alunni, buoni figli, buoni fidanzati, buoni sposi, buoni genitori, buon parroco… il mondo premia le persone che riescono, capaci e – dentro di noi – s’insinua l’idea che Dio mi ama, certo, ma a certe condizioni. Tutta la nostra vita elemosina un apprezzamento, un riconoscimento. Dio mi dice che io sono amato bene, dall’inizio, prima di agire, a priori: Dio non mi ama perché buono ma – amandomi – mi rende buono. Dio si compiace di me perché vede il capolavoro che sono, l’opera d’arte che posso diventare, la dignità con cui egli mi ha rivestito. Allora, ma solo allora, potrò guardare al percorso da fare per diventare opera d’arte, alle fatiche che mi frenano, alle fragilità che devo superare. Il cristianesimo è questo: la scoperta che Dio mi ama per ciò che sono, Dio mi svela in profondità ciò che sono: bene-amato. È difficile amare “bene”, l’amore è grandioso e ambiguo, può costruire e distruggere, non si tratta di adorare qualcuno, ma di amarlo “bene”, renderlo autonomo, adulto, vero, consapevole. Così Dio fa con me.
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