ANTIFONA D’INGRESSO
O Dio, nostra difesa,
contempla il volto del tuo Cristo.
Per me un giorno nel tuo tempio,
è più che mille altrove.
VANGELO
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Parola del Signore
RIFLESSIONE
La sventura e la disgrazia della “cananea” del brano del vangelo possono diventare una lettura della nostra quotidianità, una interpretazione di uno spaccato storico del periodo che stiamo attraversando e vivendo. Nell’esperienza di questa donna del vangelo c’è tutto lo sgomento e la preoccupazione di tante donne (o persone) che hanno o vivono problemi attinenti alla vita di famiglia o a tante situazioni personali che hanno bisogno di un’ancora di salvezza. Sembra di leggere tante pagine di giornali o di ascoltare tanta cronaca dove la notizia del giorno è una richiesta di aiuto per qualsiasi motivo: soldi per curare una malattia rara, un aiuto per avere il necessario, giustizia per qualche causa sospesa o continuamente rimandata, l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’abbandono e la conseguente solitudine che spesso è parte integrante della vita delle fasce più deboli della società (es. anziani) etc. La donna è anche l’espressione di tanti immigrati che approdano ai nostri lidi e chiedono solo di avere una vita più dignitosa e più giusta, diritto basilare molte volte negato nei loro paesi di origine. È lo sconforto di tanti giovani che spesso vogliono parlare e non sanno a chi rivolgersi per essere ascoltati… conseguenza logica sono il rifugiarsi nell’alcool, l’ingresso nel mondo della droga e infine una conduzione di una di una vita sfrenata che può anche sfociare in una “morte del sabato sera”. Tutto ciò per evidenziare come di fronte allo sconforto e al dolore che molte volte attanaglia la nostra vita si perde anche quella che noi chiamiamo la “dignità”… cioè si fanno delle cose o si compiono delle azioni che mai qualcuno avrebbe pensato di fare. L’insegnamento del testo evangelico si può focalizzare in una attenzione continua verso l’altro, a saper tendere sempre l’orecchio e aprire bene gli occhi di fronte a qualsiasi segnale di aiuto che ci viene richiesto… anche quando questo è da decifrare o decodificare. Niente e nessuno deve essere sottovalutato…perché da un nostro intervento o disinteresse può dipendere la vita delle persone. (LaChiesa.it)
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