ANTIFONA D’INGRESSO
Signore, tutto ciò che hai fatto ricadere su di noi
l’hai fatto con retto giudizio;
abbiamo peccato contro di te,
non abbiamo dato ascolto ai tuoi precetti;
ma ora glorifica il tuo nome e opera con noi
secondo la grandezza della tua misericordia.
VANGELO
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
Parola del Signore
RIFLESSIONE
La pagina evangelica ci offre anche un fondamentale insegnamento legato alla necessità di evitare ed eliminare lo “scandalo”. La parola “scandalo” etimologicamente indica una pietra di inciampo che blocca il normale cammino verso la meta. Qui la parola di Gesù si fa dura ed esigente; lo comprendiamo dal tenore delle espressioni: “è da preferire il legare al collo una pietra da mulino ed essere così gettati in mare rispetto allo scandalizzare”. Il vero bene, a cui nulla bisogna anteporre, è la comunione con Dio, la vita eterna, e per salvaguardare questo bene sommo occorre essere disposti a tutto, costi quel che costi, fino a tagliare mano, piede, cavare l’occhio. Certo, non è la mutilazione di parti del corpo che il Signore ci chiede, ma il taglio deciso e netto con il male e con il peccato. Un taglio che va fatto ora, in questo presente e che, perciò, non possiamo rimandare ad un futuro più o meno prossimo né relegare in una semplice e idealizzata visione della vita cristiana in cui “si dovrebbe ma…”, e che perciò resta solo una (pia) aspirazione. Se vogliamo davvero dare il nostro contributo personale per l’edificazione di comunità umane e cristiane sempre più belle perché conformi al desiderio di Dio, dobbiamo iniziare oggi, ora, e dobbiamo iniziare da noi, dalla nostra vita. Oggi dobbiamo lasciarci afferrare da Cristo, lasciarci amare nel profondo, nella verità di noi stessi e recidere, tagliare, con tutto ciò che devia le nostre azioni, il nostro cammino e i nostri desideri verso altre mete, pericolose per noi e per gli altri. (La Chiesa.it)
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