ANTIFONA D’INGRESSO
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi;
a tutti i popoli ha rivelato la salvezza. Alleluia.
VANGELO
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Parola del Signore
RIFLESSIONE
Le parole: «Ti amo» si sentono molto spesso. Che cosa significano? Che cosa vogliono dire quando una madre bacia il suo bambino handicappato e dice: «Ti amo»? Che significa quando un marito visita la moglie ammalata in ospedale giorno dopo giorno e le dice: «Ti amo»? Che significato avevano queste parole quando Gesù disse ai suoi discepoli (e a noi): «Vi amo»? Tutti sappiamo il loro significato. Tutti sappiamo il prezzo dell’amore qui sulla terra. Tutti sappiamo che cosa vuol dire dare la vita in un mondo che sta morendo di egoismo: significa dolore, lacrime, pianto e lamento. Nel nostro linguaggio ordinario riduciamo spesso il significato di questa parola che dà la vita, l’amore, a un sentimento di bontà dolce, innocuo, talvolta perfino sensuale. Non facciamo così senza motivo, eppure nel Vangelo la parola amore è sempre contrassegnata dalla croce. Quando Cristo dice: «Vi amo», la croce è inclusa, egli intende la croce. Quando Cristo dice che dobbiamo amarci gli uni gli altri, come lui ci ha amato, anche questo amore è contrassegnato dalla croce. La croce vi è compresa .Gesù ha detto che la prova dell’amore è la disponibilità a donare la propria vita per l’altro. È per questo che spesso ci rifiutiamo di amare. Non aiutiamo, perché non vogliamo essere coinvolti. Non vogliamo avere problemi. Rifiutiamo le lacrime e il dolore. Diciamo che se si è troppo buoni, si è pazzi. Diciamo che c’è un limite a ogni cosa. Ci mettiamo a razionalizzare,’ e così rifiutiamo il rischio, il prezzo da pagare. Rifiutiamo di amare come fece Gesù, prendendosi quei rischi e pagando quel prezzo. È in quel senso che noi diciamo anche che l’amore di una madre per il suo bambino handicappato, l’amore di un marito per la moglie ammalata, l’amore di Gesù sulla croce sono forme di amore glorioso e vittorioso. È in questo modo che l’amore di Gesù per noi è la sua gloria. L’amore di Gesù per noi ha affrontato tutti i rischi che vi erano implicati. Il prezzo che ha pagato era molto alto: sangue, sudore, lacrime, sofferenza e morte. Presto ogni dolore sarebbe finito; il prezzo sarebbe stato pagato. Alla fine rimase soltanto il suo amore, proprio come il nostro amore rimarrà nell’esito finale, nella città santa, dove non ci saranno più né lacrime, né dolore, né morte. Tutto scomparirà e resteremo noi con la nostra vita, insieme con lui, il Cristo glorificato.
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