ANTIFONA D’INGRESSO
Popolo di Sion,
il Signore verrà a salvare i popoli
e farà sentire la sua voce potente
per la gioia del vostro cuore.
VANGELO
+ Dal Vangelo secondo Luca
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
Parola del Signore
RIFLESSIONE
Giovanni Battista è il prologo della venuta del Signore. Il tempo della salvezza inizia il quindicesimo anno dell’impero di Tiberio Cesare, 28° della nostra era. I dati di Luca sono esatti. Così precisa papa Benedetto XVI: “L’Evangelista vuole avvertire chi legge o ascolta che il Vangelo non è una leggenda, ma il racconto di una storia vera, che Gesù di Nazaret è un personaggio storico inserito in quel preciso contesto. Il secondo elemento degno di nota è che, dopo questa ampia introduzione storica, il soggetto diventa la parola di Dio, presentata come una forza che scende dall’alto e si posa su Giovanni il Battista”. Giovanni è chiamato dalla parola di Dio che lo mette al proprio servizio e continua a essere la forza dominante della sua vita. La parola di Dio sta per compiere il suo ingresso decisivo ma nella storia dell’umanità. Giovanni è l’araldo che proclama ciò che sta per accadere e annuncia il battesimo di pentimento per la remissione dei peccati. La conversione è la prima condizione nel tempo in cui si compiono le promesse di Dio. Ieri, festa dell’Immacolata, abbiamo contemplato Maria come il fiore più bello germogliato dalla parola di Dio. Lei è la primizia della Chiesa, giardino di Dio sulla terra. Se Maria è l’Immacolata, la Chiesa ha continuamente bisogno di purificarsi, come più volte ha ribadito il Papa, perché il peccato insidia tutti i suoi membri. “Nella Chiesa è sempre in atto una lotta tra il deserto e il giardino, tra il peccato che inaridisce la terra e la grazia che la irriga perché produca frutti abbondanti di santità”. L’Avvento è appello accorato a raddrizzare le nostre vie, lasciandoci guidare dalla parola di Dio. In parole semplici ci vuole penitenza, perché Dio non può entrare dove c’è orgoglio e arroganza, freddezza o indifferenza. Questi producono poteri e squilibri. Maria canta: “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”. E Giovanni promette, con la sua visione, che ogni uomo vedrà la salvezza di Dio. (LaChiesa.it)
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